Billy Milligan ci insegna come migliorarci

Billy Milligan ci insegna come migliorarci

I poliglotti hanno la capacità di cambiare personalità in funzione della lingua che parlano

I poliglotti hanno la capacità di cambiare personalità in funzione della lingua che parlano.

Questo significa che non posseggono sempre lo stesso carattere. Dipende quindi con chi stanno parlando … o meglio, in QUALE LINGUA stanno parlando!

Il linguista Benjamin Lee Whotf, morto nel 1941, intuì il rapporto fra idioma e visione del mondo.

Sostenitori del Whorfianism spiegano che la capacità nel parlare più correttamente una lingua rispetto l’altra, cambia il proprio comportamento in determinate situazioni rendendo più sicuro o insicuro l’individuo e quindi a modificare l’atteggiamento.

Quando i poliglotti parlano una lingua straniera si sentono più lenti e “diversi” rispetto a quando tornano a parlare nella propria lingua madre. Oltretutto, la conoscenza di una lingua aggiuntiva, permette di accedere a tutta la cultura e il pensiero di essa, quindi una marcia in più nei processi decisionali e velocità nel capire la scelta più giusta in situazioni di conflitto.

 

Questo mi richiama una storia che mi aveva affascinato particolarmente.

William Stanley Milligan

Nel film “Split” è evidente la similitudine con la storia di Billy Milligan

William Stanley Milligan (poi comunemente chiamato Billy) è stato il primo individuo nella storia degli Stati Uniti ad essere stato dichiarato non colpevole di gravi crimini per ragioni di infermità mentale, in quanto affetto da disturbo di personalità multipla o disturbo dissociativo di identità. La sua testimonianza è stata confermata da 4 psichiatri e 1 psicologo sotto giuramento.

La cosa che mi ha particolarmente colpito non è il motivo delle sue condanne, ma la stranezza con cui si è sviluppato questo suo disturbo.

 

Billy era un singolo individuo ma che possedeva dentro di sé 24 personalità.

Spiega così il modo in cui prendevano il controllo della coscienza: «ci troviamo in una stanza buia. In mezzo a questa stanza, sul pavimento, c’è una chiazza di luce. Chiunque faccia un passo dentro la luce esce sul posto, ed è fuori nel mondo reale, e possiede la coscienza. Questa è la persona che gli altri – quelli fuori – vedono e sentono e a cui reagiscono. Gli altri possono continuare a fare le solite cose, studiare, dormire, parlare o giocare. Ma chi è fuori, chiunque sia, deve fare molta attenzione a non rivelare l’esistenza degli altri. È un segreto di famiglia».

William Stanley Milligan, l’uomo dalle 24 personalità

Poteva essere un ventenne con accento britannico che conosce correttamente l’arabo e studia biologia e medicina. Altre volte era un 18enne che suona la batteria e dipinge. Poteva essere un guerrigliero Iugoslavo, aggressivo, esperto di combattimento oppure un 16enne esperto di elettronica e della fuga da manette o camice di forza. Addirittura poteva essere una bambina dislessica di 3 anni.

Nell’arco della sua vita queste personalità “uscivano fuori” e svolgevano le loro attività per poi lasciare il posto agli altri.

Una singola personalità che ha permesso di conoscere i dettagli di questa situazione è quella chiamata Il Maestro. Questa personalità era la fusione di tutte le altre, i talenti e i ricordi di ognuna di esse. Il vero e completo Billy Milligan.

 

Ti chiederai forse

Cosa c’entra tutto questo con le quello detto prima?

Quando impariamo le lingue straniere siamo come Billy. Individui in cui sono racchiuse molte personalità, capaci di modificare il proprio carattere, facilitati dalla conoscenza di diversi idiomi.

La nostra forza sta proprio nel fatto che possiamo attingere a capacità da noi forse sconosciute prima.

Però, per riuscire a mantenere un equilibrio, ci vuole la personalità de “Il Maestro” che riesce a unire tutte quante e fondere conoscenze e talenti.

Penso che trovare una “lingua delle lingue” che mantenga una comune comunicazione tra gli individui possa rappresentare il nostro equilibrio. Non per eliminare il plurilinguismo ma per elevare la nostra persona ed unirla con le altre con cui possiamo interagire. Togliendo limiti e barriere, avremmo la capacità di conoscere e conoscerci, attingendo in noi stessi quelle caratteristiche che la sola e unica lingua madre non può offrire.

Questo è ciò che ho imparato con l’Esperanto. La vera potenzialità di questa lingua è di elevare tutte le altre, ma allo stesso tempo creare un ponte tra differenti nazioni in grado di equilibrare le differenze e abbattere le barriere. Barriere che con una lingua non neutrale (come può essere l’inglese o il francese, ecc) non scomparirebbero mai.

 

Approfondisci l’argomento venendo alla prima lezione [clicca QUI]. Impara a trovare il tuo “Maestro” e unire tutti i tuoi talenti.

 

A presto!

 

[Fonti: YouTube, libro “Una stanza piena di gente” di Daniel Keyes, Wikipedia]