Il telescopio Hubble e gli occhiali spaziali
Di sicuro avrai visto almeno una volta una foto di galassie, stelle, pianeti. È probabile che una di queste foto arrivi direttamente dal telescopio spaziale Hubble.
Bellissime sono le immagine che questo piccolo occhio spaziale sia stato in grado di offrirci.
Purtroppo non tutti sanno che la sua storia è stata particolarmente difficile, sia durante la costruzione sia anche dopo il lancio.
Infatti appena lasciato girovagare nello spazio, ci si accorse che Hubble, uno dei più sofisticati telescopi spaziali mai creati, era “miope”!
LA COSTRUZIONE
Lunga e agoniata è stata la costruzione di questo satellite. Gli obiettivi erano ambiziosi e tutti si stavano prodigando per realizzare alla perfezione il progetto. Purtroppo le difficoltà tecnologiche, i continui investimenti richiesti, i rinvii del lancio sono stati causa di numerosi scontenti e problemi.
Da un costo previsto di circa 400 milioni di dollari, al momento del lancio (nel 1990) il telescopio costò 4,7 miliardi di dollari.
Successivamente, altri lavori di manutenzione e miglioramento portarono ad un costo di 10 miliardi di dollari al 2010, 20 anni dopo il lancio.
GLI OCCHIALI SPAZIALI
A poche settimane dal lancio, le prime immagini resero evidente un gigantesco problema.
Quelle che inizialmente erano state attese come le “migliori immagini mai catturate” si rivelarono immagini offuscate, con aloni e con bassa focalizzazione.
Immagina lo sconforto!
Dopo così tanta attesa, lavoro e soldi investiti, alla fine, l’unico risultato era stata una macchiolina luminosa sfocata!
Ovviamente i tecnici si misero subito al lavoro, trovando il problema nello specchio primario. Questo enorme specchio era stato levigato malamente per un errore di calibrazione da parte della Perkin-Elmer a cui era stata affidata la costruzione.
Si studiò un modo sostenibile per supplire a questo danno.
Difficile portare il satellite a terra perchè il costo sarebbe stato troppo elevato, e neppure era possibile una sostituzione in orbita.
Si optò quindi per costruire degli speciali “occhiali spaziali” in modo tale da correggere questa miopia.
Il Corrective Optics Space Telescope Axial Replacement (COSTAR) fu disegnato apposta per sistemare il problema e posizionato nel 1993.
All’inizio del 1994 arrivarono finalmente le prime immagini con la qualità che ci si aspettava da tempo.
Dalla prima missione del dicembre 1993 all’ultima del maggio 2009 vennero eseguiti diversi lavori di ricalibrazione, sostituzione e riassettamento dell’orbita.
FU QUINDI UN FALLIMENTO?
A 25 anni dalla costruzione, il telescopio Hubble ha portato ad enormi progressi nel campo delle scoperte scientifiche e tecnologiche non solo spaziali. Le varie tecniche utilizzate di correzione software, perfezionate proprio per essere utilizzate su Hubble, vennero successivamente applicate anche per rendere le mammografie più interpretabili dai medici per riscontrare i primi sintomi di un cancro al seno.
Si può definire fallimento? Forse non è andata esattamente come previsto inizialmente, ma col senno di poi, i risultati sono stati stupefacenti.
Io non lo definirei quindi un fallimento ma un miglioramento, superando con coraggio le difficoltà riscontrate.
PERCHÉ ME NE STAI PARLANDO?
Cosa c’entra l’Esperanto con Hubble?
Se ci pensi bene, sono nati tutti e due per portare un miglioramento.
Nonostante le difficoltà incontrate nel corso della propria esistenza, grazie al lavoro e alla passione di molte persone, tuttora abbiamo un progetto in grado di offrire uno sguardo verso il futuro più chiaro.
Studiando i vari risultati che questo progetto sta offrendo, si potranno usare le costanti innovazioni per elevare la nostra vita a nuovi livelli. Per questo motivo non bisogna smettere di cercare, studiare e sperimentare.
Certo, ci sarà sempre bisogno di mettere degli “occhiali” per ritrovare una strada ancora migliore, ma ci saranno sempre studiosi e appassionati in grado di supportare questo sogno. Le meraviglie che si potranno vedere e scoprire saranno meravigliose!
Una lente per riscoprire un mondo migliore, più nitido e senza quegli aloni che possano alterarne la magnifica immagine
Ecco, questo è l’obiettivo che ha l’Esperanto…e anche l’astronomia 😉
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A presto!