Il limoncello scientifico e la bistecca mutilata

Il limoncello scientifico e la bistecca mutilata

Ci sono molte cose che facciamo per abitudine. Funzionano, certo, ma non sappiamo bene perché e su quali principi si basano.

Una delle storie che più mi è rimasta in mente è quella della bistecca “mutilata” tratta dal libro di Harv Eker Secrets of the Millionaire Mind“.

La bistecca mutilata

È la storia di una donna che prepara la bistecca per cena tagliandone le estremità. Suo marito le chiede il perchè, stupito, e lei risponde che è così che sua mamma la cucinava per cena. Allora chiede il motivo alla mamma, che era ospite a cena. Risponde che così faceva la sua mamma. Decide, sempre più incuriosito, di telefonare alla nonna per sapere di questo strano gesto. La risposta fu: “Perché la padella che avevo era troppo piccola”.

Una storia divertente ma allo stesso tempo fa riflettere. Una cosa che riteniamo utile e funzionale, al fine di realizzare correttamente una cosa, si rivela (ad oggi) un’insensata abitudine.

Il limoncello scientifico

Circa un mesetto fa vedo un video su YouTube di Dario Bressanini, un chimico che fa anche divulgazione scientifica riguardo le bufale sui cibi e alimentazione. Parlava di come creare il limoncello scientifico.
Cioè, spiega i tempi e le quantità necessarie per cui, le reazioni di tutti gli elementi, creano il limoncello.

Incuriosito lo faccio seguendo i consigli e lo porto a provare in una cena tra amici.
Un po’ preoccupato (era la mia prima esperienza!) e non avendolo mai aperto per assaggiare, faccio girare la bottiglia. Stupore di tutti, è ultra buono con un intenso gusto e profumo di limone.
Subito uno mi chiede come ho fatto, dato che anche lui usa gli stessi ingredienti e più o meno le stesse quantità.
Gli dico la ricetta e che lascio macerare il limone circa 2gg. Incredulo mi dice che lui lo lascia 1 settimana!

Le ricette danno prescrizioni diverse e molto variabili: da una settimana fino a quaranta giorni. Ma quanti giorni di macerazione sono realmente necessari per estrarre gli oli essenziali?
Alcuni esperimenti effettuati al Dipartimento di Scienze degli Alimenti dell’Università di Napoli hanno mostrato che in realtà 1 giorno di macerazione è sufficiente per estrarre completamente i componenti principali: il limonene, il beta-pinene e il gamma-terpinene. Per estrarre completamente anche gli aromi secondari, come l’alfa-pinene o il geraniale, invece sono necessari 3 giorni.
[Tratto dal sito: http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/12/21/le-ricette-scientifiche-il-limoncello-anche-veloce/ ]

Vedi, spesso crediamo che, per abitudine o per mancanza di approfondimento, le nostre azioni o comportamenti siano quelli più corretti. Dopo però un’attenta analisi, ci accorgiamo che in realtà non è così.
Spesso sono più dispendiose, altre invece addirittura contrarie al nostro scopo.

Quanto spesso abbiamo cavalcato le abitudini, i luoghi comuni senza nemmeno farci la domanda “Perché” ?

L’articolo dei luoghi comuni

Proprio un articolo uscito su La Stampa del 31/12/18 riguardante Zamenhof e il suo sogno è un altro esempio di quello spiegato poco fa.
Nell’articolo parla sommariamente del progetto linguistico, accenna poche informazioni, ne tralascia moltissime utili con il solo scopo di esprimere un messaggio: augurare il nuovo 2019 ricco di buoni ideali nonostante i fallimenti.
L’intento è buono, la base però no. Gli elementi presi per argomentare la tesi sono frutto dei luoghi comuni e di informazioni superficiali.

Un esempio è il presunto declino di questa lingua, l’Esperanto.
Certo, sarebbe più bello avesse un numero molto più elevato di parlanti ma quante lingue ne hanno molti meno?
Solo con l’applicazione Duolingo, usata per imparare moltissime lingue, riferisce 358.000 studenti attivi (senza contare chi non è attivo ma si avvicina sporadicamente alla lingua, si stima oltre 1 milione e mezzo, e SOLO presenti su questa applicazione). Non poche persone in confronto addirittura a lingue di stati europei come il maltese (300 mila parlanti) oppure l’estone (1,5 milioni) ).
[Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Lingue_dell%27Unione_europea#Lingue_ufficiali ]

Altro esempio e l’utilità dell’Esperanto, ritenuto più un giochino che altro.  Ammetto che è difficile parlare di “lingua utile” quando il significato di “utile” è del tutto soggettivo. Si pensi ad un imprenditore che vuole aprire un’attività in Giappone. Riterrà probabilmente molto più utile imparare il Giapponese rispetto ad un altro che deve fare lo stesso ma in Finlandia. Quindi parlare di utilità è un po’ un argomento estremo se si vuole generalizzare.

Eugène de Zilah

Però alcune storie possono offrire supporto e prove concrete che la lingua Esperanto è stata enormemente utile. Un esempio di cui abbiamo parlato qualche articolo fa riguarda la storia di Eugène de Zilah [ecco l’articolo: https://esperantotrieste.altervista.org/benvenuto-eugene-de-zilah-it-eo/ ] che gli ha permesso di riunire la sua famiglia ungherese e la nuova famiglia francese che, a causa della diversità linguistica e della difficoltà nell’imparare quelle dei rispettivi paesi, non riuscivano a comunicare facilmente.

 

Concludendo, ci sono cose per cui approfondire è meglio che lasciarsi solo trasportare dalle abitudini. Potresti stupirti più di quanto credi, di poter fare le cose molto meglio e con molte meno energie.

Sembra forse assurdo per qualcuno ma l’Esperanto ti suggerisce proprio questo. È stato creato apposta per questo! Sì, è studiato a tavolino, ma proprio per questo motivo, è funzionale e puro da abitudini e false dannose tradizioni.

Non sei ancora convinto? Vieni a scoprire direttamente tu come funzione partecipando alla lezione di Esperanto [QUI].
A presto!