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Per imparare il cinese, devi imparare l’esperanto!

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Ci sono persone molto affascinate dal mondo orientale. La Cina in particolare si è fatta strada tra le grande potenze mondiali ed ora ha raggiunto una posizione molto importante. Oltre che per questioni economiche e politiche, questo paese si porta sulle spalle una storia degna …

La grande certezza che nemmeno Apple è riuscita a mantenere

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Nel tempo la lingua inglese ha acquisito sempre più importanza nelle relazioni internazionali. Oggigiorno, è anche la lingua maggiormente utilizzata all’estero per “cavarsela” e in moltissimi paesi è studiata come seconda lingua.   Tutto ha creato attorno a questo idioma una rete abbastanza forte (sia …

RIUSCIRE A PARLARE UNA LINGUA COME SE GIOCASSI A MINECRAFT

RIUSCIRE A PARLARE UNA LINGUA COME SE GIOCASSI A MINECRAFT

Forse non tutti sanno cos’è Minecraft.

Spiegato in soldoni, si tratta di un videogioco in cui il tuo scopo è quello di essere un po’ un “Dio creatore dell’Universo”.

Cioè: l’ambiente in cui ti trovi è molto vasto ed hai la possibilità di scavare la terra, rompere rocce, ecc. per recuperare alcuni elementi. Con questi, hai poi la possibilità di comporli per creare altri oggetti.

 

Diciamo che la grafica non rende come se vedessi un film in Blu Ray su una TV UltraHD 4K QLED da 80”. Infatti è grossolanamente formato da blocchi (simile ai pixel dei vecchi videogiochi in sala giochi, ma in 3D e più grandi).

 

Insomma, non ci giochi per la grafica. Il suo punto di forza sta proprio nella libertà di creazione.

Puoi crearti delle vere e proprie regge solamente andando a recuperare in giro gli elementi base. Puoi costruire oggetti come archi, torte, staccionate, pannelli di vetro, ecc.

 

Come detto prima, ti senti proprio “quasi” un Dio.

Perché ti racconto questo?

La prima volta quando ti approcci ad una lingua nuova (normalmente) c’è dell’entusiasmo. Non dico che è come giocare a calcio tra amici, ma un po’ di eccitazione uno ce l’ha.

“Chissà, magari tra qualche mese mi faccio un viaggio e conosco qualche bella ragazza che cadrà ai miei piedi ammaliata dal mio linguaggio così perfetto!” (…magari!)

Passano solo poche settimane e questo magnifico sogno diventa il tuo peggior incubo. Dizionari con denti aguzzi infestano tutte le notti i sogni, stormi di lettere cattivissime ti inseguono mente chiedi aiuto ma nessuno ti considera perché non capiscono la lingua che stai parlando.

 

Morale della favola: dopo 2 mesi stai già pensando di mollare tutto e puntare sulla cucina italiana (che forse lì hai più speranza…forse).

 

Appena finita la carica dell’entusiasmo, ti ritrovi in un mondo carico di regole infinite, verbi, pronunce, modi di dire e tabelle di termini incomprensibili.

Tutto ovviamente contornato da trafiletti che ti notificano:

“Questo vale per tutto, TRANNE PER…” e via di eccezioni su eccezioni.

Se ci fosse l’ “inventore della lingua” davanti a te, gli avresti chiesto se il film Inception lo ha ideato lui (vista la capacità di intrecciare benissimo delle regole base!)

Sappi però la cosa più bella? È che sicuramente almeno una lingua in particolare non ha questo finale tetro. Sai qual è?

L’Esperanto

Imparare questa lingua è come giocare a Minecraft. Entri in un mondo vastissimo. L’unica cosa che puoi fare e scavare attorno e prenderti quei pochi elementi base che trovi.

Quello però più entusiasmante è che con quelle 4 cose che hai imparato, puoi creare e costruire delle regge!

La tua capacità nel parlato non dipenderà dalle centinaia e centinaia di vocaboli e regole imparate, ma soltanto dalla tua abilità di mettere insieme quelle poche cose che hai appreso all’inizio.

 

Una volta tirato giù il muro del “Non parlo perché non so ancora nulla”, potrai approfondire tutto il resto come meglio credi.

 

Mentre in 2 mesi di stress per imparare un lingua nuova, normalmente uno molla tutto, con l’Esperanto dopo quei 2 mesi già parli e conosci persone di tutto il mondo!

 

Questo perché l’entusiasmo è una grande forza ma devi saperlo alimentare. Il modo migliore sono con i risultati concreti che vedi sulla tua pelle. E cosa può motivarti di più meglio di saper parlare già la lingua in pochissimo tempo?

 

Certo, sembra un po’ utopia, ma ti invito a provare tu stesso alla Lezione del Corso.

Capirai quanto l’Esperanto ti apre un mondo veramente immenso.

 

A presto!

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Il Metodo Paderborn. Una lingua per impararle tutte!

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BREXIT E LE PROSPETTIVE LINGUISTICHE PER L’EUROPA

BREXIT E LE PROSPETTIVE LINGUISTICHE PER L’EUROPA

Brexit

In Europa, dopo il referendum in Gran Bretagna che ha sancito di voler uscire dall’Unione Europea, la cosiddetta “Brexit”, sempre più spesso si nota che le persone ed anche diversi mezzi di informazione iniziano a porsi delle domande sull’illogicità del regime linguistico: l’inglese è la lingua principale delle istituzioni europee, malgrado che la Gran Bretagna entro breve non farà più parte della UE.

Non soltanto gli esperantisti, ma anche molti altri esprimono le loro perplessità in proposito e cominciano a mostrare un certo interesse verso l’esperanto, quale possibile eventuale lingua sostitutiva.

Tempo fa un esaustivo articolo sulla lingua internazionale esperanto venne pubblicato da una delle più importanti riviste tedesche: “Der Spiegel”. In esso venivano presentate le nuove prospettive linguistiche per l’Europa come probabili soluzioni.

 

Quale sarà in futuro il regime linguistico nella UE?

 

In primo luogo, senza dubbio, la più accreditata alternativa potrebbe essere di un ulteriore rafforzamento dell’inglese nella sua attuale posizione quale principale lingua di lavoro nelle istituzioni dell’Unione Europea. Tutte le compagnie, le istituzioni ed i sistemi internazionali usano l’inglese e cambiare comporterebbe un elevato costo per tutti.

Immaginiamo soltanto ciò che si dovrebbe fare in tutti gli aeroporti e nell’ambito delle compagnie di volo: insegnare una nuova lingua a migliaia di impiegati, rifare i programmi ed i contenuti informatici, riscrivere tutte le indicazioni sulle strutture interne ed esterne, ristampare tutti i libri, le brochure, emettere nuovi documenti, biglietti e così via, pubblicare dei specifici dizionari… Enormi costi e impegni lavorativi per sostituire ciò che già funziona! Chi avrebbe il coraggio, volontariamente, di intraprendere un simile sforzo, per non parlare delle voci contrarie a tale “follia”? Inoltre bisognerebbe anche “istruire” il pubblico. Quanto sarebbero utili detti cambiamenti, se il pubblico non conosce la lingua?

Inoltre, attualmente si parla molto di costituire un fronte comune di difesa con la costituzione di un apparato militare europeo ed è subito evidente che il problema della lingua di comunicazione diventa di primaria importanza.

Un’altra alternativa sarebbe quella di mantenere lo stesso sistema linguistico, cioè quello predominante dell’inglese, ma con un ruolo rafforzato di alcune delle lingue più “forti”, come ad esempio il francese ed il tedesco e magari anche l’italiano e lo spagnolo.

Queste sono alcune delle possibili scelte, ma ciò potrebbe creare qualche conflitto in quanto altre lingue, ad esempio la polacca e la portoghese vorrebbero trovarsi in analoga posizione. È da tener presente che tali eventualità dipendono dalla  disponibilità di ogni singolo stato a pagare i costi conseguenti.

A portata di mano ci sarebbe un’altra prospettiva, sebbene molto improbabile, che tuttavia diventa sempre più presa in considerazione, ed è l’uso di una lingua neutrale. In questo caso i ragionamenti e le discussioni potrebbero vertere sul latino e l’esperanto.

Se questa prospettiva verrà considerata come una seria possibilità, la sua realizzazione dovrebbe avvenire per gradi. Ed è proprio in tale contesto che l’EEU (Eŭropa Esperanto-Unio = Unione Europea per l’Esperanto) potrebbe trovare un suo spazio propositivo d’azione.